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ADEGUAMENTO TORNI PARALLELI

Come adeguare le sicurezze su torni paralleli

(Dott. Ing. TIZIANO PIACENTINI PERITO DEL G.I.P. TRIBUNALE DI GENOVA)

Viene spesso richiesto, soprattutto in occasione di verbali da parte dell’ente di sorveglianza in seguito ad infortuni sul lavoro, il completamento delle protezioni già esistenti sulle macchine i cui assetti vengono ritenuti non sufficienti a garantire una adeguata protezione dell’operatore in presenza dei rischi connessi con le lavorazioni; in particolare quelli derivanti dai contatti con il pezzo in rotazione, con altri organi in movimento o dalla proiezione dei trucioli e dello stesso pezzo se non correttamente bloccato sul mandrino.

Tutto ciò comporta soluzioni più complesse, e onerose, rispetto a quelle più semplici che compaiono in letteratura, che sono costituite da modesti tegoli semicilindrici o similari asserviti a microcontatti elettrici di fortuna che non garantiscono l’arresto immediato della macchina.

Non tralasciando il fatto che tali dispositivi, spesso, lasciano non solo un facile accesso agli organi pericolosi in movimento, ma inoltre non permettono nessuna possibilità d’intercettare le possibili traiettorie derivanti dalle proiezioni di oggetti sempre pericolosi legate all’uso del tornio parallelo.

La macchina è progettata per un utilizzo manuale da parte dell’operatore, il quale è sempre costretto a manovrare i comandi stando in prossimità della macchina e, di conseguenza, viene esposto ai rischi che potrebbero generarsi.

Poiché viene richiesto che chi esegue gli adeguamenti di sicurezza dichiari sotto la propria responsabilità l’avvenuta bonifica da tali rischi, mediante una dichiarazione di conformità alle vigenti Norme in materia di prevenzione degli infortuni, è importante che le soluzioni adottate vengano opportunamente personalizzate sulla singola macchina e finalizzate all’ottenimento di tali scopi.

A questo proposito nelle foto vengono esemplificate alcune soluzioni adottate, in considerazione delle necessità derivanti anche dal caricamento di pezzi ingombranti o di notevole peso; parametri che si legano ai tempi di arresto del mandrino in caso di emergenza e che sono di grande importanza nei confronti della sicurezza dell’operatore.

Grande peso vuol dire grande momento di inerzia (Pd2) che comporta elevati tempi dell’arresto del pezzo e quindi prima dell’apertura delle protezioni, questo se non si vogliono innescare possibili rotture negli organi di trasmissione del tornio dovute alle elevate coppie di frenatura del mandrino necessarie per le manovre d’arresto.

Tutto ciò richiede che l’apertura delle protezioni sia permessa da blocchi elettromeccanici, che andranno a sostituire i più semplici microcontatti elettrici, che verranno asserviti ad un dispositivo di sicurezza che vada a rilevare che il pezzo ha terminato la sua rotazione. Tale dispositivo, come vieta la Norma CEI EN 60204-1/2006 cap.9.3.5, non può essere legato al solo parametro “tempo”.

Con riferimento ai già citati rischi connessi con l’utilizzo del tornio parallelo è molto diffuso l’impiego di protezioni dotate di superfici trasparenti, che non possiedano i necessari requisiti di resistenza meccanica e di resilienza, resistenza all’urto, in caso di proiezione del pezzo e quindi non soddisfano alle esigenze di protezione per le quali sono state adottate.

Inoltre, è opportuno notare che un pericolo importante è costituito dai possibili contatti con i trucioli, sempre molto taglienti e spesso quasi incandescenti, che se trascinati dalla rotazione del pezzo, o del mandrino, possono prendere e trascinare qualunque parte del corpo dell’operatore con pesanti conseguenze come gravi lesioni fisiche.

Pertanto, per prevenire questi spiacevoli incidenti, è indispensabile fare uso di appositi fioretti asporta trucioli provvisti di elsa di protezione sull’impugnatura.

Un’altra fonte di pericolo è costituita dalla possibile proiezione della chiave asportabile di bloccaggio del pezzo sul mandrino durante la sua messa in rotazione, qualora essa sia stata lasciata involontariamente inserita.

Tale attrezzatura necessita la dotazione di un sistema automatico di auto espulsione.

A seguito dell’adozione dei criteri di cui sopra, e con l’aggiunta degli adeguamenti elettrici ai sensi della Norma CEI EN 60204-1/2006, il tornio parallelo comincia ad assumere una configurazione che dà maggiori garanzie di incolumità per il suo utilizzatore, come è specificamente richiesto dal D.Lgs. 81/2008 Art. 18 70 e 71 e la cui responsabilità è posta in capo al Datore di Lavoro come previsto dall’Art. 18, comma 1z del Decreto stesso.

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